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Quando volano le farfalle (F. Alessi) - Non chiamatelo libro, vi prego...

Creato il 05 giugno 2014 da Stefania
Appena ho letto le prime righe di Quando volano le farfalle mi sono resa subito conto di essere incappata in una grandissima fregatura, mascherata da “occasione” a meno di un euro.
Quando volano le farfalle (F. Alessi) - Non chiamatelo libro, vi prego...La storia prende avvio con questa frase:
C’era una volta, una bella e dolce fanciulla, dai lunghi capelli d’orati, innamorata delle fiabe, dei principi che popolavano tra le righe.

D’orati? Ma stiamo scherzando!!?? Non so perché ma ho subito capito che non era un errore di battuta ma qualche cosa di molto peggio.
Sono sincera: sulle prime mi sono innervosita, arrabbiata… poi ho continuato a leggere divertita per capire fino a che punto si sarebbe arrivati… Bhè… non credo di esagerare nel dire che mia figlia, che sta per concludere la terza elementare, è capace di scrivere meglio. Anzi… sono sicura che se le mettessi in mano un testo così inizierebbe a sottolineare gli errori in rosso come le hanno insegnato a fare a scuola, negli esercizi di grammatica. Ma è possibile che si abbia l’ambizione di scrivere un libro, metterlo pure in vendita su una piattaforma come Amazon e non avere nessuno, proprio nessuno, che dia una letta a ciò che si è scritto per poter apportare le correzioni del caso? Quando volano le farfalle (F. Alessi) - Non chiamatelo libro, vi prego...Non sto scherzando… di solito non sono acida nelle recensioni ma questa volta credo proprio di essermi imbattuta in una vera e propria presa in giro per ogni lettore che possa chiamarsi tale. Non dico altro. Ho talmente tante cose in mente che rischierei di esagerare. Vi lascio qualche chicca, giusto qualche esempio… ma se ne trovano tanti altri, credetemi! E poi ditemi voi se sono io che sono acida o se il problema è altrove.
Prima della dimostrazione pratica mi vien da dire che per scrivere un libro se non altro bisogna conoscere le regole di base della grammatica. Bisogna sapere che si scrive “le arachidi” e non “gli arachidi”… e non è un errore di battuta visto che è ripetuto più volte.Bisogna sapere che non si scrive “quel pseudonimo” ma “quello pseudonimo”.Bisogna sapere che le frasi si reggono quando hanno un soggetto e un predicato, almeno.Ed ancora… le virgole non sono state inventate per essere inserite a casaccio nelle frasi. Hanno una funzione ben precisa.
Ma veniamo al dunque:
  • Eccola, nessuno è mai stato più bella di così, sprigiona una certa bellezza.
  • Si stacca osservandomi a lungo, tutto goduto per il risultato ottenuto. (...tutto goduto??? Ma no, dai… e poi lo ripete anche in un’altra frase… è proprio convinta che goduto sia un aggettivo e non un verbo…)
  • So già dove mi porterà, o meglio dove ci, creeremo un disastro ambientale di condizioni apocalittiche.
  • Dietro il bancone James, serve da bere a clienti fissi e a quelli di passaggio, presenti per via della festa, che si concluderà in serata. Al bancone invece Lucas, rosso, di rabbia e brillo. (...ma le virgole… non si mettono mica a casaccio…. Suvvia!)
  • Mi volto verso Beth, per non sembrare troppo sognante, cercando d’evitare ogni commento sarcastico che potrebbe propinarmi, ma i suoi occhi sono fissi su di lui, come ho fatto a non accorgermi prima, quando lo guarda il suo viso si illumina proprio come l’insegna del suo bar, James,ha una cotta per James.
  • Da sotto il tavolo le stringo la mano, che per poco non la stritola.
  • Ragazzi, ma gli si è bevuto il cervello? (Gli si è bevuto il cervello!! No, dai… non ci credo!!!)
  • Giustamente deve tenere le parti per solidarietà a chi come lei hanno lasciato qualcuno.
  • In questo momento è come se mi trovassi sdraiato al sole sulla spiaggia in una calda giornata di sole su un’isola deserta. (...magari manca un po’ di sole.. perché non lo aggiungiamo un’altra volta?!!??!)
  • La madre di Alex è di una gentilezza, come sempre che fa spavento, mi domando se è veramente così o è solo apparenza.
  • Sembra un fresco dipinto, di cui il pittore ritocca ogni tanto. (che cosa????)
  • Quel di più di cui ho sempre avuto paura d’affrontare, ma lei ha intrapreso il mio cammino senza darmi alcun preavviso, si è buttata come un treno in corsa ad alta velocità. (...ragazzi… ma stiamo scherzando? Ma che vuol dire???)
  • Resto in silenzio, senza ribattere sperando che Emma capta tutto.
  • A stentoni (...a stentoni? Ma un vocabolario della lingua italiana a portata di mano no? Sarà un incrocio tra a stento e tentoni... ma non esiste mica!!!) mi infilo un pantaloncino e corro a piedi scalzi in cerca di Beth.
  • E’ una donna e per quanto si dimostri dura, era fragile proprio come un paio d’ali di farfalla. (tempo presente accordato con l'imperfetto... se ci aggiungiamo anche un futuro la frase risulta più ricca e d'effetto senza dubbio!!!)
  • Ha pettinato e sistemato i capelli, che sotto i raggi del sole primaverili gli danno sfumature ramate, si è lasciato un lieve accenno di barba, che a me piace tantissimo, non glielo mai detto, ma credo lo sappia. (...ora che ci penso anche io non GLIELO mai detto a mio marito che mi piace la barba lievemente accennata... mamma mia!)
  • La luna quella sera rifletteva sull’oceano era di un bianco carta da zucchero, splendida, uno spettacolo di bioluminescenza segnavano rivoli di file nell’acqua. (Ne vogliamo parlare? Per non parlare del bianco carta da zucchero che proprio non ho mai visto!!)
  • Mi domando ancora quale beneficio ne avrei ritratto.
Potrei continuare ma meglio che mi fermi qui... Credo di aver reso l'idea.Mi permetto di aggiungere che probabilmente l’aggettivo “torvo” piace molto all’autrice visto che lo usa con una frequenza impressionante come se non esistesse nessun altro termine capace di esprimere lo stesso concetto. Così come queste farfalle chesvolazzano, continuamente… Suvvia! Ok ok... abbiamo capito... quel tipo ti piace ma ora basta con queste farfalle...
La storia? Assurda.
Lei che è un avvocato in carriera e che non crede nell’amore ma è una da “una botta è via” che si fa incastrare – per vendetta nei confronti del padre (ma vendetta di cosa? Ma daiiii) – da un dongiovanni che le chiede di sposarsi per interesse. Sottoscrivono un contratto (molto originale come idea, no? …fritta e rifritta in mille salse) per un’eredità ma… i due si amano davvero senza avere il coraggio di dirselo… fino a che… guardate, sono arrivata alla fine con un gran mal di testa, con personaggi privi di qualsivoglia spessore, con regole grammaticali bistrattate e probabilmente sconosciute (altrimenti non si spiega!) e con un gran nervoso addosso. Ma come si può pubblicare una cosa del genere? 
Al termine del calvario, tra i ringraziamenti, l'autrice dice che le critiche sono ben accette. Guarda, lo dico per il tuo bene.... lo dico per te: trova qualcuno che ti aiuti a correggere almeno gli errori grammaticali. Sulla trama non dico niente, ognuno ha i suoi gusti... ma i capelli d'orati no, dai!
A questo punto mi piacerebbe aprire un confronto con chi passa di qui: ma vi sembra possibile? Il fatto che vadano di moda gli e-book autorizza chiunque a mettere in giro questa roba? Io, da lettrice, l'ho trovato in vendita e l'ho comprato, seppur a poco, spinta dalla curiosità e da non so cos'altro. Ma dove arriveremo di questo passo? Sarà mica che faccio bene a diffidare dagli e-book?
Ps. Bellina la copertina, però!

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